Fisco in autotutela
Facciamo subito una premessa. La tutela e l'autotutela sono due concetti importanti quando si parla di relazioni tra i contribuenti e l'Agenzia delle Entrate. Entrambi i termini si riferiscono alla possibilità per il contribuente di difendere i propri diritti in caso di controversie fiscali.
La tutela è un diritto del contribuente che gli consente di rivolgersi all'Agenzia delle Entrate per ottenere una decisione in merito alla corretta applicazione delle norme fiscali. In altre parole, il contribuente può chiedere all'Agenzia di verificare se la tassazione applicata è corretta o meno. La tutela può essere richiesta in qualsiasi momento, anche dopo che l'Agenzia ha emesso un avviso di accertamento.
L'autotutela, invece, è un obbligo dell'Agenzia delle Entrate di verificare la corretta applicazione delle norme fiscali e di rettificare eventuali errori. In pratica, l'autotutela implica che l'Agenzia deve correggere eventuali errori commessi nella determinazione dell'imposta dovuta, anche senza che il contribuente abbia fatto richiesta di tutela.
In altre parole, mentre la tutela è un diritto del contribuente, l'autotutela è un obbligo dell'Agenzia delle Entrate. L'autotutela si applica anche in caso di errore materiale o di interpretazione errata della legge fiscale.
È importante sottolineare che la tutela e l'autotutela non sono alternative tra loro, ma sono complementari. In altre parole, il contribuente può richiedere la tutela anche se l'Agenzia ha già provveduto a correggere l'errore in autotutela.
In conclusione, la differenza tra tutela e autotutela con l'Agenzia delle Entrate sta nel fatto che la prima è un diritto del contribuente di difendere i propri interessi, mentre la seconda è un obbligo dell'Agenzia di verificare la corretta applicazione delle norme fiscali e di correggere eventuali errori. Tuttavia, entrambi i concetti sono importanti per garantire una corretta applicazione delle norme fiscali e per tutelare i diritti dei contribuenti. MDS
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