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FAQ

AER

AER, è l'acronimo di : Agenzia delle Entrate e Riscossione (AER) è un ente pubblico italiano che ha il compito di riscuotere le imposte e le tasse per conto dello Stato e degli enti locali. È stato istituito nel 2017 e ha assorbito i compiti degli enti riscossori precedenti, ovvero Equitalia e Riscossione Sicilia. Inoltre, l'AER si occupa anche della gestione dei tributi erariali, come l'IVA e l'imposta sul reddito delle persone fisiche IRPEF, dell'imposta sul reddito delle società IRES, i Tributi locali, l'imposta sostitutiva. L'ente è presente nelle principali città italiane ove presente anche l'AdE Agenzia delle Entrate,  ed è responsabile della gestione di una grande quantità di dati e informazioni relative alla situazione fiscale dei contribuenti. 

AGENZIA DELLE ENTRATE 

L'Agenzia delle Entrate è un ente pubblico italiano che ha il compito di gestire le entrate fiscali del paese. Fondata nel 1997, l'Agenzia delle Entrate ha sostituito la vecchia Direzione Generale delle Imposte Dirette e delle Accise (DGIDA) e la Direzione Generale delle Imposte Indirette (DGII).

L'obiettivo principale dell'Agenzia delle Entrate è quello di garantire il corretto pagamento delle imposte da parte dei contribuenti italiani. Per fare ciò, l'ente si occupa di raccogliere e verificare le dichiarazioni fiscali dei cittadini e delle imprese, di effettuare controlli sulle attività economiche e di riscuotere le somme dovute.

Ma l'Agenzia delle Entrate non si occupa solo di riscossione delle imposte. L'ente ha anche il compito di fornire assistenza ai contribuenti, attraverso i suoi uffici e i suoi servizi online. In questo modo, i cittadini possono ottenere informazioni sulle modalità di pagamento delle imposte, sui crediti d'imposta e sulle agevolazioni fiscali a cui hanno diritto.

Inoltre, l'Agenzia delle Entrate si occupa anche di contrastare l'evasione fiscale e di combattere la criminalità economica. Grazie alle sue attività di controllo e di verifica, l'ente è in grado di individuare eventuali frodi fiscali e di adottare le misure necessarie per sanzionare i responsabili.

Ma come funziona l'Agenzia delle Entrate? Innanzitutto, è importante sapere che l'ente si divide in diverse direzioni regionali, ciascuna delle quali ha il compito di gestire le attività fiscali di una specifica area geografica. Inoltre, l'Agenzia delle Entrate dispone di una serie di servizi online, tra cui il portale Fisconline e il sistema Entratel, che permettono ai contribuenti di effettuare le proprie dichiarazioni fiscali in modo semplice e veloce.

Per quanto riguarda i controlli fiscali, l'Agenzia delle Entrate può effettuare verifiche a campione o su segnalazione. In caso di irregolarità o di mancato pagamento delle imposte, l'ente può adottare diverse misure sanzionatorie, tra cui l'emissione di cartelle esattoriali o l'avvio di procedimenti penali.

In conclusione, l'Agenzia delle Entrate svolge un ruolo fondamentale nella gestione delle entrate fiscali del paese. Grazie alle sue attività di riscossione, controllo e assistenza ai contribuenti, l'ente contribuisce alla tutela dell'economia nazionale e alla lotta contro l'evasione fiscale.

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AGENZIA DELLE ENTRATE-RISCOSSIONE

L'Agenzia delle Entrate-Riscossione è un ente pubblico che ha il compito di riscuotere le imposte e le tasse per conto dello Stato. È nata il 1° gennaio 2017 dalla fusione tra l'Agenzia delle Entrate e l'Agenzia delle Entrate Riscossione ( Ex Equitalia ), tranne Equitalia giustizia

La nuova agenzia ha l'obiettivo di semplificare e rendere più efficiente il sistema di riscossione fiscale, garantendo al contempo il rispetto dei diritti dei contribuenti. Grazie alla sua struttura unica, l'Agenzia delle Entrate-Riscossione può offrire servizi integrati e personalizzati ai cittadini e alle imprese. Tra i compiti principali dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione ci sono la riscossione delle imposte e delle tasse, la gestione dei ruoli, la notifica degli atti di accertamento, la gestione dei piani di rateizzazione e la gestione degli immobili pignorati.

La riscossione delle imposte e delle tasse avviene attraverso diverse modalità, tra cui il pagamento diretto presso gli sportelli dell'Agenzia, il pagamento online tramite il sito web dell'Agenzia o tramite i servizi di home banking, il pagamento tramite bollettino postale o bancario e il pagamento tramite RID. La gestione dei ruoli riguarda l'elenco dei contribuenti che hanno un debito nei confronti dello Stato. L'Agenzia delle Entrate-Riscossione si occupa di aggiornare i ruoli e di notificare gli atti di accertamento ai contribuenti interessati.

La gestione dei piani di rateizzazione è un servizio offerto dall'Agenzia delle Entrate-Riscossione ai contribuenti che non sono in grado di pagare il proprio debito in un'unica soluzione. L'Agenzia offre la possibilità di suddividere il debito in più rate, stabilendo un piano di pagamento personalizzato in base alle esigenze del contribuente.

Infine, la gestione degli immobili pignorati riguarda l'acquisizione e la vendita di beni immobiliari pignorati per il recupero dei crediti nei confronti dei contribuenti morosi.

In sintesi, l'Agenzia delle Entrate-Riscossione è un ente pubblico fondamentale per il corretto funzionamento del sistema fiscale italiano. Grazie alla sua struttura integrata e ai suoi servizi personalizzati, l'Agenzia garantisce la giusta riscossione delle imposte e delle tasse, rispettando al contempo i diritti dei contribuenti.

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ANATOCISMO 

L'anatocismo è una pratica finanziaria che consiste nell'applicare gli interessi sugli interessi maturati su un capitale non pagato alla scadenza del contratto. Questa pratica è stata oggetto di numerose controversie, poiché può portare a un aumento esponenziale del debito da parte del cliente.

In Italia, l'anatocismo è vietato dalla legge, che prevede l'applicazione di interessi solo sul capitale originale. Tuttavia, questa norma non è sempre rispettata e ci sono stati numerosi casi di abusi da parte di alcune istituzioni finanziarie.

Per evitare di cadere in trappola, è importante leggere attentamente i contratti e verificare che gli interessi applicati siano quelli previsti dalla legge. In caso di dubbi o controversie, è possibile rivolgersi alle autorità competenti per ottenere un parere o una consulenza legale.

Inoltre, è importante prestare attenzione ai tassi di interesse applicati, che possono variare notevolmente da istituto a istituto. Prima di accettare un finanziamento o un prestito, è consigliabile confrontare le offerte disponibili sul mercato e valutare attentamente le condizioni contrattuali.

Infine, è importante ricordare che l'anatocismo non è l'unica pratica finanziaria che può portare a un aumento del debito. Altre pratiche da evitare includono l'usura, il sovraindebitamento e la cattiva gestione dei propri conti.

In conclusione, l'anatocismo è una pratica finanziaria vietata dalla legge italiana. Tuttavia, è importante prestare attenzione alle condizioni contrattuali e ai tassi di interesse applicati per evitare di cadere in trappola. In caso di dubbi o controversie, è possibile rivolgersi alle autorità competenti per ottenere un parere o una consulenza legale.

AVVISO BONARIO 

L'avviso bonario l'Agenzia delle Entrate informa il contribuente di aver effettuato un controllo sulla sua dichiarazione dei redditi, evidenziando eventuali imposte e contributi che non risultano pagati. Esso è  un atto di accertamento sintetico, ovvero, una procedura semplificata rispetto all'avviso di accertamento. In pratica, l'Agenzia delle Entrate invia all'intestatario dell'utenza un avviso contenente il calcolo delle imposte e dei contributi dovuti sulla base dei dati in suo possesso. Il contribuente può decidere di pagare immediatamente la somma indicata nell'avviso o di presentare ricorso entro 30 giorni dalla ricezione dell'avviso stesso. Se il contribuente paga entro 30 giorni, non sono applicate sanzioni né interessi di mora.

Cosa succede se il contribuente non paga ? 

se il contribuente non paga l'avviso bonario entro il termine di 30 giorni dalla ricezione, l'Amministrazione finanziaria procede all'iscrizione a ruolo del debito e all'emissione della relativa cartella di pagamento. La cartella di pagamento è una richiesta di pagamento coattiva che ha le stesse conseguenze dell'avviso di accertamento, e cioè che se non viene pagata entro 60 giorni dalla notifica, l'Agenzia delle Entrate affida la riscossione dell'importo all'Agenzia delle Entrate-Riscossione che, trascorsi altri 180 giorni, potrà iniziare l'esecuzione forzata.

AVVISO DI ACCERTAMENTO

Avviso di accertamento : Cosa accade se non si paga un avviso di accertamento ? 

A partire dal 2011 gli avvisi di accertamento sono immediatamente esecutivi  e possono dar luogo ad esecuzione forzata anche senza emissione di una cartella di pagamento. Se il contribuente non paga quanto richiesto nell'avviso di accertamento entro 60 giorni dalla sua notifica, trascorsi altri 30 giorni, l'Agenzia delle Entrate affida la riscossione di queste somme all'Agenzia delle Entrate – Riscossione che, trascorsi altri 180 giorni, potrà iniziare l'esecuzione forzata. 

CARTA DI CREDITO

Una carta di credito è uno strumento finanziario che consente al titolare di effettuare acquisti e pagamenti, sia online che presso i punti vendita, utilizzando il credito concesso dalla banca o dall'istituto finanziario emittente della carta. A differenza delle carte di debito, le carte di credito consentono di accedere a un limite di credito predefinito, che può essere utilizzato per effettuare acquisti e pagamenti anche se non si dispone immediatamente dei fondi sul conto corrente.

Ecco alcuni punti chiave sulle carte di credito:

  1. Limite di credito: Ogni carta di credito ha un limite di credito, che rappresenta l'importo massimo che il titolare può utilizzare sulla carta. Questo limite di credito è stabilito dalla banca emittente in base alla valutazione della solvibilità del titolare e ad altri fattori considerati.

  2. Acquisto a credito: Con una carta di credito, è possibile effettuare acquisti e pagamenti senza dover fornire immediatamente i fondi necessari. L'importo speso viene addebitato sul credito concesso dalla banca emittente.

  3. Pagamenti mensili: I titolari di carte di credito sono tenuti a effettuare pagamenti mensili sul saldo della carta. Questi pagamenti possono essere l'importo minimo richiesto o l'intero saldo. Se il saldo non viene pagato integralmente, verranno applicati interessi sul saldo rimanente.

  4. Interessi: Se il saldo della carta di credito non viene pagato integralmente entro il periodo di pagamento senza interessi, verranno applicati interessi sul saldo rimanente. Gli interessi sono calcolati in base al tasso di interesse annuale effettivo (TAEG) e possono accumularsi rapidamente se il saldo non viene gestito adeguatamente.

  5. Flessibilità di spesa: Le carte di credito offrono una maggiore flessibilità di spesa rispetto alle carte di debito, in quanto consentono di effettuare acquisti anche se non si dispone immediatamente dei fondi sul conto corrente. Tuttavia, è fondamentale utilizzare le carte di credito in modo responsabile e gestire attentamente il saldo e i pagamenti per evitare l'accumulo di debiti insostenibili.

Le carte di credito offrono comodità e flessibilità per effettuare pagamenti, accumulare punti o premi, e possono offrire anche protezione aggiuntiva in caso di frodi o dispute sugli acquisti. Tuttavia, è importante utilizzare le carte di credito con responsabilità, facendo pagamenti puntuali e tenendo sotto controllo il saldo per evitare il sovraindebitamento.

CARTA DI DEBITO

Una carta di debito, nota anche come carta di pagamento o bancomat, è uno strumento finanziario che consente al titolare di accedere direttamente ai propri fondi depositati sul conto corrente bancario o sul conto postale. A differenza delle carte di credito o delle carte revolving, le carte di debito consentono di effettuare pagamenti e prelievi solo fino all'importo disponibile sul conto collegato.

Ecco alcuni punti chiave sulle carte di debito:

  1. Collegamento al conto corrente: Una carta di debito è collegata direttamente al conto corrente del titolare presso una banca o un istituto finanziario. I pagamenti effettuati con la carta di debito vengono addebitati direttamente sul saldo disponibile sul conto corrente.

  2. Utilizzo dei fondi disponibili: Con una carta di debito, i titolari possono utilizzare solo i fondi presenti sul conto corrente collegato. Non è possibile effettuare acquisti o prelevare denaro oltre l'importo disponibile sul conto.

  3. Autorizzazione in tempo reale: Le transazioni con la carta di debito vengono di solito autorizzate in tempo reale, poiché il sistema verifica immediatamente se ci sono fondi sufficienti sul conto per coprire l'importo dell'acquisto o del prelievo.

  4. Accesso ai bancomat: Le carte di debito offrono solitamente la possibilità di prelevare denaro contante dai bancomat utilizzando il proprio codice PIN. Questi prelievi riducono direttamente il saldo disponibile sul conto corrente.

  5. Accettazione nei punti vendita: Le carte di debito sono ampiamente accettate nei punti vendita fisici e online, consentendo ai titolari di effettuare pagamenti direttamente dal conto corrente senza dover portare con sé denaro contante.

Le carte di debito offrono una comoda e sicura alternativa ai pagamenti in contanti. Consentono ai titolari di gestire facilmente le transazioni quotidiane utilizzando i fondi disponibili sul proprio conto corrente. Tuttavia, è importante tenere presente che le carte di debito non offrono la stessa flessibilità di spesa delle carte di credito e non consentono di accumulare debiti, poiché si opera esclusivamente con i fondi già presenti sul conto.

CARTA REVOLVING
 

Una carta revolving è una forma di carta di credito che consente al titolare di effettuare acquisti e prelevare denaro contante fino a un limite di credito predefinito. A differenza delle carte di credito tradizionali, le carte revolving offrono la possibilità di effettuare pagamenti minimi mensili, consentendo al saldo di essere portato avanti e accumulare interessi.

Ecco alcuni punti chiave sulle carte revolving:

  1. Limite di credito: Ogni carta revolving ha un limite di credito, che rappresenta l'importo massimo che il titolare può utilizzare sulla carta. Il limite di credito è stabilito in base alla valutazione della solvibilità del titolare e ad altri fattori determinati dalla banca o dall'istituto finanziario che emette la carta.

  2. Pagamenti minimi: Le carte revolving richiedono generalmente il pagamento di un importo minimo ogni mese, solitamente un percentuale del saldo dovuto o un importo minimo specificato dalla banca emittente. Pagare solo l'importo minimo comporterà l'applicazione di interessi sul saldo rimanente.

  3. Interessi: Le carte revolving spesso applicano tassi di interesse elevati sul saldo rimanente. Questi interessi vengono calcolati mensilmente in base al tasso di interesse annuale effettivo (TAEG) e possono accumularsi rapidamente se il saldo non viene pagato integralmente entro il periodo di pagamento senza interessi.

  4. Flessibilità di pagamento: Le carte revolving offrono una maggiore flessibilità rispetto ad altre forme di finanziamento. I titolari possono effettuare pagamenti minimi, pagamenti parziali o saldare il saldo completo. Tuttavia, è importante tenere presente che i pagamenti minimi possono estendere il periodo di rimborso e aumentare gli interessi complessivi pagati.

  5. Utilizzo continuo del credito: A differenza delle carte di credito tradizionali, le carte revolving consentono ai titolari di utilizzare il credito disponibile in modo continuo. Una volta che un acquisto viene effettuato o un prelievo di contanti viene eseguito, il saldo disponibile si riduce e può essere utilizzato di nuovo man mano che i pagamenti vengono effettuati.

Le carte revolving possono offrire una maggiore flessibilità di pagamento, ma è importante utilizzarle con responsabilità per evitare l'accumulo di debiti insostenibili. È fondamentale fare pagamenti tempestivi e mantenere un controllo accurato sul saldo per evitare di incorrere in interessi elevati e problemi finanziari.

CASSETTO FISCALE

Uno strumento fondamentale per la gestione delle proprie imposte è il cassetto fiscale, un servizio online gratuito che consente ai contribuenti di accedere in modo semplice e sicuro ai propri dati fiscali.

Attraverso il cassetto fiscale è possibile visualizzare tutte le comunicazioni inviate dall'Agenzia delle Entrate, consultare i propri dati anagrafici e quelli relativi alla situazione fiscale, verificare lo stato delle dichiarazioni presentate e dei pagamenti effettuati.

Inoltre, il cassetto fiscale consente di effettuare operazioni come la richiesta di rateizzazione dei debiti fiscali, la presentazione della dichiarazione dei redditi e la richiesta di rimborso delle imposte.

Per accedere al cassetto fiscale è necessario essere in possesso di un codice fiscale e di un dispositivo di autenticazione, come la Carta Nazionale dei Servizi o un dispositivo OTP (One Time Password).

L'utilizzo del cassetto fiscale è altamente consigliato per tutti i contribuenti, in quanto consente di tenere sotto controllo la propria situazione fiscale in modo semplice e veloce, evitando eventuali sanzioni per errori o omissioni.

L'Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti anche un servizio di assistenza telefonica e online per rispondere a qualsiasi domanda o dubbio relativo all'utilizzo del cassetto fiscale o alla gestione delle proprie imposte.

In conclusione, il cassetto fiscale rappresenta uno strumento fondamentale per la gestione delle proprie imposte in modo semplice e sicuro, consentendo ai contribuenti di tenere sotto controllo la propria situazione fiscale e di evitare eventuali sanzioni.

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ELUSIONE FISCALE

L'elusione fiscale è una pratica legale che consiste nell'utilizzare le scappatoie o le opportunità offerte dal sistema fiscale per ridurre l'imposta dovuta in modo lecito. A differenza dell'evasione fiscale, l'elusione fiscale non coinvolge comportamenti illegali o fraudolenti.

L'elusione fiscale si basa sulla corretta interpretazione delle leggi e dei regolamenti fiscali al fine di ridurre l'imposta. I contribuenti utilizzano strategie legittime come deduzioni, crediti fiscali, piani di pensionamento, strutturazioni aziendali o pianificazione fiscale internazionale per ridurre il carico fiscale.

Tuttavia, l'elusione fiscale può essere oggetto di dibattito poiché alcune pratiche, sebbene legali, possono essere considerate aggressive o contrarie allo spirito delle norme fiscali. L'elusione fiscale può comportare un utilizzo estensivo di scappatoie o tecniche interpretative che potrebbero non essere conformi all'intenzione del legislatore.

Le legislazioni fiscali di molti paesi includono disposizioni per combattere l'elusione fiscale e le pratiche abusive attraverso norme antielusione, clausole generiche antiabuso o norme specifiche volte a limitare l'utilizzo eccessivo di determinate scappatoie fiscali.

L'elusione fiscale è un argomento complesso e soggetto a interpretazioni diverse. È importante consultare un professionista esperto in materia di tassazione per garantire la conformità alle leggi e norme fiscali applicabili nel proprio paese.

EQUITALIA 

Equitalia, è stata il braccio armato dell'Agenzia delle Entrate

Equitalia era un ente pubblico, costituito nel 2007, e aveva il compito di riscuotere le imposte e le tasse per conto dell'Agenzia delle Entrate.

Il suo ruolo, consisteva fondamentale per assicurare il corretto funzionamento del sistema fiscale italiano e per garantire che tutti i contribuenti siano trattati in modo equo e giusto. Grazie alla sua attività di recupero crediti, Equitalia contribuiva a ridurre il deficit pubblico e a garantire il rispetto delle regole fiscali da parte dei cittadini e delle imprese.

Equitalia era un'organizzazione complessa che si articolava in diverse strutture, con compiti specifici. Tra queste, troviamo il Servizio di Riscossione, il Servizio Contenzioso, il Servizio di Gestione dei Rapporti con i Contribuenti e il Servizio di Supporto Tecnico.

Il Servizio di Riscossione aveva il compito di riscuotere le imposte e le tasse dovute dai contribuenti. Grazie all'utilizzo di strumenti innovativi, come la notifica telematica degli atti, Equitalia agiva in modo rapido ed efficace nella riscossione dei crediti tributari.

Il Servizio Contenzioso si occupava invece della gestione delle controversie tra Equitalia e i contribuenti. In caso di contestazione del credito tributario, Equitalia poteva avviare una procedura di recupero coattivo, che prevede l'iscrizione a ruolo del credito e l'eventuale pignoramento dei beni del debitore.

Il Servizio di Gestione dei Rapporti con i Contribuenti aveva il compito di fornire assistenza ai contribuenti, rispondendo alle loro richieste e fornendo informazioni sui servizi offerti da Equitalia. Inoltre, questo servizio si occupava della gestione dei pagamenti rateali e dei piani di dilazione dei debiti tributari.

Infine, il Servizio di Supporto Tecnico si occupava della gestione dei sistemi informatici utilizzati da Equitalia per la gestione dei crediti tributari. Grazie all'utilizzo di tecnologie avanzate, Equitalia era in grado di gestire in modo efficiente i dati relativi ai contribuenti e ai loro debiti fiscali.

In conclusione, Equitalia rappresentava un importante strumento per garantire la giustizia fiscale e per recuperare i crediti tributari. Grazie alla sua attività di recupero coattivo, Equitalia contribuiva a ridurre il deficit pubblico e a garantire il rispetto delle regole fiscali da parte dei cittadini e delle imprese. Tuttavia, è importante sottolineare che Equitalia agiva sempre nel rispetto della legge e dei diritti dei contribuenti, fornendo a essi assistenza e supporto in ogni fase della procedura di recupero crediti

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ESTRATTO DI RUOLO

È un documento informatico rilasciato dall'Agenzia delle Entrate-Riscossione su richiesta del contribuente/debitore che indica la situazione debitoria del contribuente ad un determinato momento, con riferimento a tutti i debiti affidati all'Agente per la riscossione.

L'estratto di ruolo, è impugnabile ?

In linea di principio, dal 2021 l'estratto di ruolo non è più impugnabile, salvo alcuni casi specifici e limitati (v. art. 3-bis del d.l. n. 146/2021), ovvero se il contribuente dimostra che l'iscrizione a ruolo può procurargli un pregiudizio :

  1. per la partecipazione a gare di appalti pubblici (v. art. 80, comma 4, del d.lgs. 18/4/2016, n. 50);
  2. compromettendo i pagamenti dovuti a suo favore dai soggetti pubblici per i pagamenti superiori a 5.000 euro (art. 1, comma 1, lett. a., del d.m. 18.1.2008, n. 40);
  3. determinando la perdita di un beneficio nei rapporti con la Pubblica amministrazione.

EVASIONE FISCALE

L'evasione fiscale è un'attività illecita in cui un individuo o un'azienda intenzionalmente evita di pagare le tasse o cerca di ridurre l'imposta dovuta in modo fraudolento, violando le leggi e le normative fiscali.

L'evasione fiscale può assumere diverse forme, tra cui:

  1. Omissione di dichiarazione dei redditi: Non dichiarare completamente o parzialmente i redditi guadagnati da lavoro autonomo, affitti, investimenti o altre fonti di reddito.

  2. Sottostima dei redditi: Dichiarare intenzionalmente un reddito inferiore a quello effettivamente guadagnato per ridurre l'imposta dovuta.

  3. Falsificazione di documenti: Creare documenti falsi, come fatture o ricevute, per giustificare spese non sostenute o per gonfiare le deduzioni fiscali.

  4. Utilizzo di contabilità parallele: Mantenere due set di registri contabili, uno ufficiale e uno segreto, al fine di nascondere entrate o profitti reali.

  5. Offshore tax evasion: Spostare deliberatamente denaro o attività in paesi a fiscalità più favorevole o in giurisdizioni offshore per evitare o ridurre l'imposta dovuta.

  6. Schemi di evasione fiscale: Coinvolgimento in complessi schemi o transazioni finanziarie progettate per nascondere redditi o profitti e ottenere benefici fiscali illeciti.

L'evasione fiscale è considerata illegale e comporta conseguenze legali e sanzioni. Le autorità fiscali di molti paesi conducono indagini e adottano misure di contrasto all'evasione fiscale per garantire il corretto pagamento delle imposte e preservare l'integrità del sistema fiscale.

È importante rispettare le leggi fiscali del proprio paese e consultare un professionista esperto in materia di tassazione, specializzato in diritto tributario, per garantire la conformità alle norme fiscali e evitare problemi legali.

FATTURA PROFORMA 

La fattura proforma è un documento commerciale che viene emesso da un venditore o un fornitore per fornire al compratore un'indicazione dei costi previsti per un bene o un servizio. Tuttavia, a differenza di una fattura regolare, la fattura proforma non rappresenta una richiesta di pagamento e non ha valore fiscale o contabile.

La fattura pro forma è utilizzata in diverse situazioni, tra cui:

  1. Preventivo: La fattura proforma può essere emessa come preventivo o offerta commerciale per fornire al potenziale acquirente una stima dei costi. È utile per consentire al cliente di valutare i costi totali e prendere una decisione informata prima di procedere con l'acquisto effettivo.

  2. Documentazione doganale: La fattura proforma viene spesso richiesta dalle autorità doganali per determinare il valore dei beni durante le operazioni di importazione o esportazione. Questo documento fornisce informazioni sul valore dei beni, le specifiche dei prodotti e altre informazioni rilevanti per i fini doganali.

  3. Richiesta di pagamento anticipato: In alcuni casi, un venditore può richiedere un pagamento anticipato da parte del compratore. La fattura proforma viene utilizzata per indicare l'importo che il cliente deve pagare prima della consegna o dell'esecuzione del servizio.

È importante sottolineare che la fattura proforma non ha alcun effetto fiscale o contabile, né impegna il venditore o il compratore legalmente. È solo un documento informativo che fornisce dettagli sulle transazioni commerciali. Una volta che l'acquisto viene effettuato e le merci o i servizi vengono consegnati, viene emessa una fattura regolare che rappresenta la richiesta di pagamento effettiva.

È sempre consigliabile consultare le normative fiscali e le pratiche commerciali specifiche sulla fattura proforma e il suo utilizzo corretto nella tua situazione.

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FALSO IN BILANCIO

Il reato di falso in bilancio è un crimine che coinvolge la manipolazione fraudolenta dei bilanci di un'azienda al fine di presentare informazioni finanziarie false o fuorvianti. Questo tipo di reato è spesso associato a frodi contabili e può comportare gravi conseguenze legali e finanziarie per gli individui e le aziende coinvolte.

Il reato di falso in bilancio può includere diverse azioni fraudolente, tra cui:

  1. Falsificazione dei documenti contabili: Alterare, falsificare o creare documenti contabili, come registrazioni di vendite o spese, al fine di presentare informazioni finanziarie errate.

  2. Manipolazione delle registrazioni contabili: Modificare le registrazioni contabili per nascondere entrate o spese reali, creare passività o attivi fittizi o gonfiare i profitti o i margini dell'azienda.

  3. Rendicontazione fuorviante: Presentare intenzionalmente informazioni finanziarie ingannevoli o errate nei rapporti o nei bilanci pubblici, ad esempio attraverso la manipolazione dei criteri di valutazione degli asset o dei passivi.

  4. Omissione o occultamento di informazioni: Non rivelare deliberatamente informazioni finanziarie rilevanti o nascondere passività o attività dell'azienda per nascondere la vera situazione finanziaria.

Il reato di falso in bilancio può coinvolgere dirigenti aziendali, responsabili finanziari o contabili, revisori o altri individui che partecipano attivamente alla manipolazione fraudolenta dei bilanci. Le conseguenze per coloro che commettono questo reato possono includere sanzioni penali, multe, responsabilità civili e danni all'immagine dell'azienda coinvolta.

E' importante avere un'assistenza legale specializzata per garantire la conformità alle norme finanziarie e prevenire comportamenti fraudolenti.

FERMO AMMINISTRATIVO

Il fermo amministrativo è una misura cautelare adottata dall'Agente della Riscossione per garantire il pagamento di un debito tributario. Consiste nell'imporre un vincolo sul patrimonio del debitore, impedendogli di disporre dei beni oggetto del fermo (come ad esempio un veicolo) fino a quando il debito non viene saldato.

Il fermo amministrativo può essere applicato a prescindere dalla natura del credito, vale a dire che può essere adottato sia per i debiti fiscali che per quelli contributivi o per sanzioni amministrative. Inoltre, il fermo può essere applicato anche sui beni di terzi (come ad esempio l'acquirente di un'auto gravata da fermo).

Per rimuovere il fermo amministrativo, il debitore deve provvedere al pagamento del debito o, in alternativa, presentare una garanzia accettabile dall'Agente della Riscossione.

Quindi, se l'auto o veicolo è sottoposto a fermo amministrativo, esso non può circolare 

IMPOSTA IVA

L'imposta sul valore aggiunto (IVA) è una tassa indiretta applicata su beni e servizi venduti da un'impresa. In genere, l'IVA viene addebitata all'acquirente finale del prodotto o del servizio e quindi raccolta dall'azienda che lo ha venduto. L'IVA è un'imposta sul valore aggiunto in quanto viene applicata sulla differenza tra il prezzo di vendita del prodotto o servizio e il costo dei materiali o servizi utilizzati per produrlo.

L'IVA è un'imposta basata sul consumo e viene applicata in molti paesi in tutto il mondo. L'aliquota dell'IVA varia a seconda del paese o della giurisdizione in cui viene applicata. In alcune giurisdizioni, l'IVA è una tassa a aliquota uniforme, mentre in altre ci sono diverse aliquote per diversi prodotti o servizi.

L'IVA viene utilizzata come una fonte di reddito per il governo, ma anche come un meccanismo per regolare i prezzi dei prodotti e dei servizi, poiché l'imposta sul valore aggiunto viene aggiunta al prezzo di vendita finale di un prodotto o servizio. Inoltre, l'IVA può essere utilizzata come uno strumento di politica fiscale per stimolare o frenare la domanda di determinati prodotti o servizi attraverso la variazione delle aliquote applicate

IMPOSTA IRPEF

L'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) è un'imposta diretta sul reddito delle persone fisiche, applicata in Italia. L'IRPEF è calcolata in base al reddito complessivo di un individuo, cioè la somma di tutti i redditi percepiti durante l'anno, come ad esempio i redditi da lavoro dipendente, da lavoro autonomo, da attività di impresa, da immobili, da interessi bancari e da altre fonti.

Il calcolo dell'IRPEF avviene attraverso l'applicazione di una serie di aliquote progressivamente crescenti, che variano a seconda della fascia di reddito. Ci sono anche detrazioni fiscali e deduzioni che possono essere applicate per ridurre l'imponibile e, quindi, la quantità di IRPEF dovuta.

L'IRPEF rappresenta una delle principali fonti di finanziamento per il governo italiano e viene utilizzata per finanziare vari servizi pubblici e programmi sociali, come la sanità, l'istruzione, le pensioni, la sicurezza sociale e le infrastrutture. L'IRPEF è gestita dall'Agenzia delle Entrate, che raccoglie i dati dei contribuenti e calcola l'imposta dovuta.

IMPOSTA IRES 
 

L'Imposta sul Reddito delle Società (IRES) è un'imposta diretta applicata in Italia sul reddito delle società, incluse le società di capitali, le società di persone, le associazioni, le fondazioni e altre entità giuridiche simili. L'IRES viene calcolata sul reddito imponibile della società, che è la differenza tra i ricavi e i costi sostenuti per produrre quei ricavi.

L'aliquota dell'IRES è attualmente del 24%, ma ci sono alcune eccezioni per alcune categorie di società, come le piccole imprese, che possono beneficiare di aliquote ridotte.

L'IRES rappresenta una fonte importante di finanziamento per il governo italiano, ed è utilizzata per finanziare vari servizi pubblici e programmi sociali. Inoltre, l'IRES può essere considerata una forma di tassazione progressiva in quanto le società con redditi più elevati pagano una percentuale maggiore di tasse rispetto a quelle con redditi più bassi.

L'IRES è gestita dall'Agenzia delle Entrate, che raccoglie le dichiarazioni fiscali delle società e calcola l'imposta dovuta. Inoltre, molte società assumono contabili o consulenti fiscali per aiutare nella compilazione delle dichiarazioni fiscali e per gestire le questioni fiscali più complesse.

IMPOSTA IRAP 

L'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) è un'imposta diretta applicata in Italia sul valore aggiunto prodotto dalle imprese in tutte le attività economiche, ad eccezione di alcune attività specifiche, come le attività agricole e le attività professionali.

L'IRAP è un'imposta regionale, il cui gettito viene diviso tra lo Stato e le regioni in cui sono state prodotte le attività. L'aliquota dell'IRAP varia a seconda della regione in cui l'attività produttiva è stata svolta e può variare dal 2,5% al 4,5% per le imprese.

L'IRAP rappresenta una fonte importante di finanziamento per le regioni italiane, che possono utilizzare il gettito dell'imposta per finanziare vari servizi pubblici e programmi sociali.

L'IRAP viene calcolata in base al valore aggiunto prodotto dalle imprese, che rappresenta la differenza tra il valore della produzione (ricavi) e i costi di produzione. L'IRAP non viene calcolata sul reddito della società, come l'IRES, ma sul valore aggiunto prodotto.

Tuttavia, come per tutte le imposte, esistono diverse regole e limitazioni che possono influenzare il calcolo dell'IRAP e la sua applicazione alle attività produttive. Pertanto, è consigliabile consultare un esperto fiscale o un commercialista per comprendere meglio come funziona l'IRAP e come si applica alle attività produttive.

Essa è stata abolita il 01 Gennaio 2022 dal governo Meloni 

IMPOSTA 

  1. L'Imposta è un prelievo obbligatorio imposto dal governo a imprese o altre entità giuridiche per finanziare le spese pubbliche. Esse sono basate sul reddito, sulla proprietà, sul consumo o su altre attività economiche. Possono essere dirette, quando sono pagate direttamente dalla persona o dall'entità soggetta all'imposta, o indirette, quando sono incluse nel prezzo di beni e servizi come l'imposta sul valore aggiunto meglio conosciuta come I.V.A

IMPOSTA SOSTITUTIVA

L'imposta sostitutiva è una tassa che sostituisce altre imposte specifiche e viene applicata a una vasta gamma di transazioni e attività. Le imposte sostitutive possono variare a seconda del paese o della giurisdizione in cui si applicano, ma alcune imposte sostitutive comuni includono:

  1. Bollo : l'imposta sostitutiva del bollo sostituisce l'imposta di bollo e viene applicata su vari documenti legali, come contratti e fatture.

  2. Registro : l'imposta sostitutiva del registro sostituisce l'imposta di registro e viene applicata su transazioni immobiliari come la compravendita di immobili e l'ipoteca.

  3. Ipoteche : l'imposta sostitutiva delle ipoteche sostituisce l'imposta ipotecaria e viene applicata alle transazioni di finanziamento garantite da ipoteca.

  4. Catastali : l'imposta sostitutiva catastale sostituisce l'imposta catastale e viene applicata alle transazioni immobiliari che coinvolgono cambi di proprietà o modifiche delle caratteristiche dell'immobile.

  5. Tasse su concessioni governative: l'imposta sostitutiva delle tasse su concessioni governative sostituisce le tasse sulle concessioni governative e viene applicata alle concessioni governative come permessi di costruzione e licenze per l'esercizio di attività commerciali.

In generale, l'obiettivo dell'imposta sostitutiva è semplificare e razionalizzare il sistema fiscale, ridurre la complessità amministrativa e aumentare l'efficienza nell'applicazione delle imposte.

INTIMAZIONE DI PAGAMENTO

L'intimazione di pagamento dell'Agenzia delle entrate-Riscossione richiede al contribuente il pagamento delle somme indicate entro un termine preciso, seguito dalla cartella di pagamento e l'avviso di accertamento esecutivo. Viene emessa a un anno dalla notifica di questi atti, se non è stato effettuato il pignoramento. L'Ufficio può procedere al pignoramento dopo 5 giorni dalla notifica dell'intimazione. 7

L'efficacia dell'intimazione di pagamento decade dopo 180 giorni dalla notifica. Se l'Ufficio non ha effettuato il pignoramento entro questo termine, sarà necessario emettere una nuova intimazione di pagamento prima di procedere con l'esecuzione forzata.

 La differenza principale tra una cartella di pagamento e un'intimazione di pagamento è il termine di pagamento e il livello di urgenza della situazione.

La cartella di pagamento è un avviso formale di pagamento emesso dall'Agenzia delle Entrate per richiedere il pagamento di una somma dovuta. Contiene un ordine di pagamento entro 60 giorni dalla data di ricevimento della cartella. Se il pagamento non viene effettuato entro questo termine, l'Agenzia può intraprendere ulteriori azioni per recuperare il debito.

L'intimazione di pagamento, d'altra parte, viene emessa quando il debitore non ha pagato entro il termine stabilito dalla cartella di pagamento. L'intimazione richiede il pagamento entro un termine molto più breve, di solito 5 giorni. Se il pagamento non viene effettuato entro questo termine, l'Agente per la Riscossione può procedere con l'esecuzione forzata per recuperare il debito.

In sintesi, la cartella di pagamento è un primo avviso di pagamento, mentre l'intimazione di pagamento è un avviso più urgente emesso dopo che il termine di pagamento della cartella è scaduto senza che il pagamento sia stato effettuato.

A)  Cosa si intende per intimazione di pagamento
B)  Come impugnarla 
C)  Quali sono i termini di prescrizione
D) Cosa accade se non si provvede al pagamento entro i 5 giorni dalla notifica 

L'intimazione di pagamento è l'avviso con cui l'Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia S.p.A) avverte il contribuente che, se non procederà al pagamento degli importi dovuti entro il termine di 5 giorni dalla notifica della stessa, sarà soggetto all'espropriazione forzata.

L'atto esattoriale precede, dunque, l'eventuale procedura espropriativa avviata dall'Ente della riscossione.

Una volta notificata un'intimazione di pagamento, occorre in primo luogo verificare se sussistano gli estremi per proporre un'opposizione alla stessa e, soprattutto, quali siano i termini per effettuare tale impugnazione.

Sussistenza dei requisiti per proporre opposizione ad intimazione di pagamento

In merito alla prima questione, bisogna senza dubbio prestare attenzione ai termini di prescrizione degli atti sottesi all'intimazione e, per eseguire tale analisi, è necessario distinguere i vari debiti sottesi alle cartelle di pagamento/avvisi di addebito riepilogate/i dall'intimazione.

In primo luogo, infatti, occorre effettuare la distinzione tra cartelle di pagamento e avvisi di addebito.

In particolare, si evidenzia che: mentre la cartella di pagamento fa riferimento a debiti in relazione a tributi, sanzioni amministrative e contravvenzioni del codice della strada, l'avviso di addebito costituisce il primo atto esattoriale per debiti dovuti a contributi previdenziali o assistenziali nei confronti dell'Inps.

La differenza tra i due riguarda essenzialmente il termine di prescrizione (ovverosia il momento in cui le pretese dell'Agente della Riscossione per legge vengono meno) e l'Autorità Giudiziaria alla quale rivolgersi per effettuare l'opposizione.


Per quanto riguarda gli avvisi di addebito, i quali si riferiscono a debiti nei confronti dell'INPS, si prescrivono nel termine di 5 anni, che decorrono dalla data di notifica dei singoli avvisi.

Invece, in merito alle cartelle esattoriali, bisogna effettuare la seguente distinzione:

  • cartelle di natura tributaria (vi sono due orientamenti: il primo sostiene la prescrizione decennale dei tributi, mentre il secondo avalla la prescrizione quinquennale);
  • cartelle che sottendono debiti derivanti da contravvenzioni al codice della strada (per queste la prescrizione è quinquennale);
  • sanzioni amministrative (anche queste ultime si prescrivono nel termine di cinque anni dal momento in cui è stata compiuta la violazione).

In aggiunta, in relazione all'organo giudicante al quale rivolgersi per effettuare l'opposizione all'intimazione di pagamento, occorre analizzare la seguente classificazione:

  • avvisi di addebito (la competenza spetta al Tribunale Ordinario Sezione Lavoro);
  • cartelle che sottendono debiti derivanti da contravvenzioni al codice della strada (la competenza è del Giudice di Pace);
  • cartelle di natura tributaria (la competenza spetta alla Corte di Giustizia Tributaria di primo grado).

Termini per effettuare opposizione ad intimazione di pagamento

Una volta che l'intimazione di pagamento sia stata notificata al contribuente, quest'ultimo deve verificare immediatamente che non siano trascorsi i termini di legge per opporsi alla stessa.

Tali preclusioni si diversificano a seconda del tributo/sanzione sotteso/a all'intimazione e, pertanto, nel caso di plurime cartelle/avvisi di addebito, l'intimazione di pagamento sarà oggetto di plurime opposizioni da promuovere dinnanzi ai rispettivi organi giudicanti competenti.

In particolare, di seguito si provvede ad elencare dettagliatamente i vari termini da rispettare:

  • cartella di natura tributaria (in tal caso l'intimazione deve essere impugnata entro 60 giorni dalla ricezione della stessa);
  • cartelle che sottendono debiti derivanti da contravvenzioni al codice della strada (in tal caso l'intimazione deve essere impugnata entro 30 giorni dalla ricezione della stessa);
  • avvisi di addebito (in tal caso, qualora non siano stati previamente notificati gli avvisi di addebito, l'intimazione deve essere impugnata entro 20 giorni dalla ricezione della stessa).


INVITO A COMPARIRE

L'invito a comparire è una comunicazione formale dell'Amministrazione finanziaria rivolta al contribuente, nella quale si richiede la comparizione presso gli uffici dell'Agenzia delle Entrate per fornire chiarimenti o documenti riguardanti la dichiarazione dei redditi o altre questioni fiscali. Questa fase è voluta dal legislatore per permettere al contribuente di esercitare il proprio diritto di difesa e di fornire eventuali spiegazioni o documenti per chiarire la situazione. Se il contribuente non risponde o non fornisce le informazioni richieste, l'Amministrazione potrebbe procedere con l'emissione di un avviso di accertamento. 

Il contribuente è obbligato a comparire davanti all'amministrazione finanziaria ? 

La partecipazione del contribuente alla fase del contraddittorio non è obbligatoria, tuttavia è altamente consigliata, in quanto rappresenta un'opportunità per dimostrare l'inesattezza o l'insufficienza dei dati e delle informazioni raccolte dall'Amministrazione finanziaria, e per concordare un eventuale piano di pagamento agevolato. In ogni caso, anche in assenza di partecipazione del contribuente, l'Amministrazione finanziaria procederà comunque all'accertamento del debito.

IPOTECA IMMOBILIARE

l'importo del debito è superiore a euro 120.000,00;

l'immobile ipotecato ha un valore superiore a euro120.000,00;

sono passati almeno sei mesi dall'iscrizione dell'ipoteca ed il debitore non ha pagato/rateizzato il suo debito.

L'ipoteca immobiliare è una garanzia reale che può essere costituita su un immobile a favore di un creditore per garantire il pagamento di un debito.

In ambito tributario, l'ipoteca immobiliare può essere iscritta dall'Agente della Riscossione sui beni immobili del debitore se il debito è superiore a € 20.000,00, in caso di mancato pagamento di un debito fiscale o contributivo. L'iscrizione dell'ipoteca implica che il creditore ha il diritto di soddisfare il proprio credito tramite la vendita forzata dell'immobile oggetto dell'ipoteca.

L'ipoteca immobiliare può essere iscritta sulla base di una cartella di pagamento, che costituisce il titolo esecutivo per l'iscrizione dell'ipoteca. Il debitore può opporsi all'iscrizione dell'ipoteca presentando un ricorso entro i termini previsti dalla legge, ma in caso di mancata opposizione o di rigetto del ricorso l'ipoteca diventa effettiva e può essere iscritta nel registro immobiliare.

OPPOSIZIONE CARTELLA ESATTORIALE

A) Come verificare se vi sono cartelle di pagamento a mio nome 
B) Come avviene la notifica delle cartelle esattoriali
C) Quando si prescrivono

La cartella di pagamento costituisce il primo atto della riscossione notificato dall'Agenzia delle Entrate- Riscossione (ex Equitalia S.p.A.) al contribuente debitore.

Mediante tale atto, l'Ente della riscossione richiede al contribuente il pagamento di sanzioni amministrative, contravvenzioni al codice della strada, debiti di natura tributaria, previdenziale o assistenziale.

Ma come viene recapitata la cartella di pagamento ?

A seconda che il destinatario della cartella sia dotato o meno di un indirizzo di posta elettronica certificata registrato, l'atto esattoriale viene notificato mediante p.e.c. all'indirizzo del destinatario risultante dall'indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (Ini-Pec), oppure, nell'ipotesi in cui il contribuente non sia dotato di una p.e.c, tramite la consegna materiale dell'atto (effettuata dagli ufficiali della riscossione o dai messi comunali, nelle mani del destinatario presso la sua residenza o presso il domicilio), altrimenti mediante invio della notifica a mezzo raccomandata.

E se la notifica non viene effettuata ? Come potrei sapere di eventuali posizioni debitorie nei confronti di Agenzia delle Entrate – Riscossione ?

In primo luogo bisogna collegarsi al sito dell'Agenzia delle Entrate – Riscossione, andare nell'area riservata ai Cittadini e Imprese, in maniera tale da poter accedere a tutti i servizi online messi a disposizione dall'ente, e verificare la propria posizione debitoria a partire dall'anno 2000 (per le cartelle notificate precedentemente all'anno 2000 bisogna rivolgersi necessariamente allo sportello), i versamenti che sono stati eventualmente già effettuati o da effettuare, la rateizzazione e le procedure in corso, nonché pagare le cartelle.

In tal modo vi è la possibilità di controllare, in riferimento ad ogni singola cartella, quale sia l'ente creditore (es. Comune, Prefettura, Agenzia delle Entrate-Riscossione etc.) ed anche a quanto ammontava il debito originario ed a quanto ammonta il debito complessivo da pagare.

In secondo luogo, si evidenza che, mentre prima dell'entrata in vigore della L. 215/2021 vi era la possibilità di impugnare l'estratto di ruolo rilasciato dall'Agenzia delle Entrate – Riscossione al fine di promuovere opposizione avverso gli atti non notificati (cartelle ed avvisi di addebito) sottesi ad esso, ad oggi l'unica possibilità concessa al contribuente per impugnare atti esattoriali illegittimi (poiché non notificati o notificati irregolarmente) è attendere il successivo atto impositivo e impugnare quest'ultimo.

Infine, ipotizzando che la cartella sia stata notificata, la prima cosa da verificare è la data di notifica.

In particolare, occorre prestare attenzione al termine per proporre impugnazione, il quale corrisponde a 60 giorni dalla data di ricezione delle cartelle inerente a tributi (ad esempio IRES, IRPEF e IVA), mentre a 30 giorni per quelle concernenti le contravvenzioni al codice della strada.

Infine, dopo aver constatato che vi siano ancora i termini per promuovere l'impugnazione, risulterebbe senza dubbio conveniente per il destinatario della cartella verificare se la stessa risulti prescritta (ovverosia non siano più dovute le somme portate dalla stessa) o meno.

In merito, si effettua la seguente classificazione:

  1. Bolli auto (tassa automobilistica): prescrizione triennale.
  2. Tributi dovuti agli Enti locali (Tari, Imu): prescrizione quinquennale.
  3. Tributi erariali (Ires, Iva, Irpef): in merito a tali imposte vi sono due orientamenti della giurisprudenza, rispettivamente il primo ravvisa la sussistenza della prescrizione quinquennale, mentre il secondo ritiene che in tal caso vi sia una prescrizione decennale. In questo modo l'esito della causa dipende esclusivamente dall'aderenza della Corte di Giustizia Tributaria all'uno o all'altro orientamento.
  4. Contravvenzioni al codice della strada: prescrizione quinquennale
  • L'ente creditore:
    in tal modo si può controllare qual è l'ente impositore titolare del credito.
  • L'esposizione della causale del debito:
    in questa sezione viene descritto il tributo/sanzione per cui è stata notificata la cartella di pagamento.
  • La data di notifica:
    quest'ultima non viene specificata espressamente nella cartella di pagamento ma, nel caso di notifica postale, viene indicato il numero di raccomandata sulla prima pagina della cartella e, da questo, si può verificare la data di consegna dell'atto.


PAGAMENTO ENTRO I TERMINI

Se il contribuente non paga quanto richiesto entro i termini previsti nella cartella di pagamento (60 giorni) o nell'intimazione di pagamento (5 giorni), l'Agente della Riscossione può adottare diverse misure per garantire il pagamento del debito, tra cui:

  • Imporre misure cautelari, come il fermo amministrativo e l'ipoteca, sul patrimonio del debitore per garantire il pagamento del credito.
  • Procedere con l'esecuzione forzata, ovvero vendere forzosamente i beni del debitore attraverso il pignoramento mobiliare, il pignoramento immobiliare o il pignoramento presso terzi, al fine di monetizzare i crediti.

PIANO DI RATEIZZAZIONE

A partire dal 1° gennaio 2022, se un contribuente ha un piano di rateizzazione in corso, può non pagare fino a 5 rate anche non consecutive prima di decadere dal beneficio. Questo rappresenta un cambiamento rispetto al passato, in cui il limite era di 10 rate.

Inoltre, per i debiti superiori a 60 mila euro e per i piani di dilazione fino a 72 rate, il contribuente dovrà dimostrare una temporanea situazione di difficoltà economica per poter beneficiare del piano di rateizzazione. Questo rappresenta un cambiamento rispetto al precedente limite di 100 mila euro per dimostrare la situazione di difficoltà economica.

PIGNORAMENTO IMMOBILIARE

Il pignoramento immobiliare è un'azione legale attraverso la quale un creditore può vendere un immobile posseduto da un debitore per soddisfare un debito non pagato.

Il pignoramento immobiliare può essere avviato da un creditore (ad esempio, una banca o un'agenzia di recupero crediti) dopo che un debitore ha saltato alcuni pagamenti su un prestito ipotecario o su altre forme di finanziamento garantito da un immobile. Il creditore può richiedere l'avvio di un procedimento di esecuzione forzata attraverso un tribunale, che emetterà un decreto di pignoramento che permetterà al creditore di vendere l'immobile per recuperare il debito non pagato.

Il procedimento di pignoramento immobiliare può essere lungo e complesso, poiché coinvolge diverse fasi, come la notifica del decreto di pignoramento al debitore, la vendita dell'immobile all'asta pubblica e la distribuzione del ricavato tra il creditore, il debitore e gli eventuali altri creditori privilegiati.

È importante notare che il pignoramento immobiliare è un'ultima risorsa per il creditore e può avere conseguenze gravi per il debitore, come la perdita dell'immobile e la compromissione del proprio credito. Pertanto, se si è in difficoltà nel pagare i propri debiti, è importante cercare assistenza finanziaria e legale per trovare una soluzione al problema.

PIGNORAMENTO MOBILIARE

Il pignoramento mobiliare è un'azione legale attraverso la quale un creditore può sequestrare e vendere i beni mobili (ad esempio, auto, moto, elettrodomestici, mobili, attrezzature, ecc.) posseduti da un debitore per soddisfare un debito non pagato.

Il pignoramento mobiliare può essere avviato da un creditore (ad esempio, una banca o un'agenzia di recupero crediti) dopo che un debitore ha saltato alcuni pagamenti su un prestito o su altre forme di finanziamento. Il creditore può richiedere l'avvio di un procedimento di esecuzione forzata attraverso un tribunale, che emetterà un decreto di pignoramento che permetterà al creditore di sequestrare e vendere i beni mobili del debitore per recuperare il debito non pagato.

Il procedimento di pignoramento mobiliare può essere complesso, poiché coinvolge diverse fasi, come la notifica del decreto di pignoramento al debitore, la stima dei beni mobili da pignorare, la vendita dei beni all'asta pubblica e la distribuzione del ricavato tra il creditore, il debitore e gli eventuali altri creditori privilegiati.

È importante notare che il pignoramento mobiliare è un'ultima risorsa per il creditore e può avere conseguenze gravi per il debitore, come la perdita dei propri beni mobili e la compromissione del proprio credito. Pertanto, se si è in difficoltà nel pagare i propri debiti, è importante cercare assistenza finanziaria e legale per trovare una soluzione al problema.

PIGNORAMENTO C/O TERZI

Il pignoramento presso terzi è un'azione legale attraverso la quale un creditore può richiedere il sequestro e la vendita dei beni posseduti da un debitore presso terzi, come ad esempio il proprio datore di lavoro o la banca presso cui il debitore ha un conto corrente, per soddisfare un debito non pagato.

Il pignoramento presso terzi può essere avviato da un creditore (ad esempio, una banca o un'agenzia di recupero crediti) dopo che un debitore ha saltato alcuni pagamenti su un prestito o su altre forme di finanziamento. Il creditore può richiedere l'avvio di un procedimento di esecuzione forzata attraverso un tribunale, che emetterà un decreto di pignoramento presso terzi che permetterà al creditore di sequestrare i beni del debitore posseduti presso terzi per recuperare il debito non pagato.

Tra i beni che possono essere pignorati presso terzi ci sono, ad esempio, stipendi, pensioni, redditi da lavoro autonomo, conti correnti bancari, polizze assicurative, azioni e titoli di credito.

Il procedimento di pignoramento presso terzi può essere complesso, poiché coinvolge diverse fasi, come la notifica del decreto di pignoramento al debitore e ai terzi interessati, la verifica dei beni posseduti presso terzi, il sequestro dei beni e la loro successiva vendita per soddisfare il debito.

È importante notare che il pignoramento presso terzi è un'ultima risorsa per il creditore e può avere conseguenze gravi per il debitore, come la perdita dei propri beni e la compromissione del proprio credito. Pertanto, se si è in difficoltà nel pagare i propri debiti, è importante cercare assistenza finanziaria e legale per trovare una soluzione al problema.

PROCEDURE CAUTELARI

Sono procedure strumentali a garantire la tutela del credito affidato ad Agenzia delle entrate-Riscossione. Le procedure cautelari si dividono in due tipologie: fermo amministrativo del veicolo e ipoteca sugli immobili.

L'ipoteca può essere iscritta per debiti non inferiori a 20 mila euro. Sia nel caso del fermo sia per l'ipoteca, il debitore riceve una comunicazione preventiva che dà 30 giorni di tempo dalla notifica per mettersi in regola.

Scaduti 30 giorni, Agenzia delle entrate-Riscossione è legittimata a iscrivere la procedura cautelare. Resta sempre la possibilità di chiedere la rateizzazione delle somme a debito o la sospensione legale della riscossione nei casi e nei termini previsti dalla legge.

Per i debiti fino a mille euro non si procede alle azioni cautelari prima di 120 giorni dall'invio, mediante posta ordinaria, di una comunicazione contenente il dettaglio del debito.

L'ipoteca è una forma di garanzia del credito vantato dagli enti che hanno affidato all'Agente della riscossione l'incarico di recuperare le somme dovute dal debitore.

L'ipoteca può essere iscritta, in presenza di debiti non inferiori a 20 mila euro, su uno o più immobili del debitore, per un importo pari al doppio del credito complessivo per cui l'Agenzia delle entrate-Riscossione procede e previa comunicazione scritta.

Il contribuente riceve, infatti, sempre un preavviso con il quale viene invitato a pagare le somme dovute entro 30 giorni. Trascorso tale termine senza che il debitore abbia dato seguito al pagamento delle somme dovute, oppure senza che ne abbia richiesto la rateizzazione, ovvero in mancanza di provvedimenti di sgravio o sospensione, si procede con l'iscrizione dell'ipoteca alla Conservatoria competente.
La cancellazione dell'ipoteca avviene a seguito del saldo integrale del debito.
Dopo l'iscrizione di ipoteca, se il debito rimane insoluto o non rateizzato oppure non è oggetto di provvedimento di sgravio o sospensione - e se il bene rientra nelle condizioni previste dalla legge - l'Agenzia delle entrate-Riscossione potrà procedere al pignoramento e alla vendita dell'immobile (vedi procedure esecutive).


PROTESTO ASSEGNO 

Il protesto di un assegno bancario è un'azione legale che viene intrapresa quando il beneficiario dell'assegno non riesce ad incassarlo per mancanza di fondi o per altri motivi. In questo caso, il beneficiario ha il diritto di protestare l'assegno presso un ufficio notarile o un tribunale competente.

Il protesto dell'assegno bancario è un'azione molto seria, che può avere conseguenze legali per il debitore. Infatti, il protesto può portare ad una segnalazione negativa presso le banche e ad una diminuzione della propria affidabilità creditizia.

Per effettuare il protesto di un assegno bancario, il beneficiario deve presentarsi presso l'ufficio notarile o il tribunale competente, munito dell'assegno non incassato e di una copia della richiesta di pagamento inviata al debitore. Inoltre, è necessario pagare una tassa di protesto, che varia a seconda del valore dell'assegno.

Una volta effettuato il protesto, il notaio o il giudice provvederà ad inviare una comunicazione al debitore, informandolo dell'avvenuto protesto e concedendogli un termine per regolarizzare la situazione. Se il debitore non provvede al pagamento entro il termine stabilito, il protesto diventa definitivo e viene iscritto nel registro dei protesti.

Il registro dei protesti è un elenco pubblico consultabile dalle banche e dalle società di informazioni creditizie, che riporta tutte le proteste effettuate nei confronti di una determinata persona. L'iscrizione nel registro dei protesti può avere conseguenze negative sulla possibilità di ottenere prestiti o finanziamenti.

In conclusione, il protesto di un assegno bancario è un'azione legale che deve essere intrapresa con cautela e solo in caso di effettiva necessità. Il beneficiario dell'assegno deve essere consapevole delle conseguenze legali e creditizie che possono derivare dal protesto e deve valutare attentamente se questa sia la soluzione più adeguata al proprio caso.

PROTESTO CAMBIALE

Il protesto cambiale è un atto formale che viene emesso in caso di mancato pagamento di una cambiale. Si tratta di un documento ufficiale che attesta la mancata adempimento dell'obbligazione sottoscritta dal debitore.La procedura di protesto cambiale si attiva quando il creditore, dopo aver inviato una lettera di sollecito al debitore, non riceve il pagamento entro i termini stabiliti. In questo caso, il creditore può rivolgersi ad un notaio o ad un ufficiale giudiziario per procedere con il protesto.Il protesto cambiale ha una serie di conseguenze per il debitore. In primo luogo, viene iscritto nel registro dei protesti, rendendo difficile l'ottenimento di finanziamenti o di altri servizi bancari. Inoltre, il protesto può comportare l'avvio di una procedura giudiziaria per il recupero del credito.Per evitare il protesto cambiale, è importante che il debitore mantenga un costante dialogo con il creditore e cerchi di trovare una soluzione al problema del mancato pagamento. In alcuni casi, è possibile concordare un piano di rientro del debito o una rinegoziazione delle condizioni di pagamento.In ogni caso, è importante non sottovalutare la gravità del protesto cambiale e agire tempestivamente per evitare conseguenze negative sulla propria situazione finanziaria. In caso di difficoltà nel pagamento delle cambiali, è sempre consigliabile rivolgersi ad un professionista del settore per ottenere assistenza e supporto nella gestione del debito

RITENUTA D'ACCONTO

La ritenuta d'acconto è una forma di imposta anticipata che viene trattenuta da un soggetto (solitamente un datore di lavoro o un committente) sul pagamento di determinati redditi o compensi effettuati a un'altra persona (solitamente un lavoratore autonomo o un fornitore di servizi). La ritenuta d'acconto viene trattenuta direttamente dal soggetto pagante e versata all'Agenzia delle Entrate o all'ente previdenziale competente.

La finalità della ritenuta d'acconto è quella di assicurare un'anticipazione dell'imposta dovuta sul reddito o sui compensi per conto del beneficiario. In pratica, il soggetto che effettua il pagamento trattiene una determinata percentuale dell'importo lordo da pagare e la versa alle autorità fiscali. L'importo trattenuto viene considerato come acconto sulle imposte che il beneficiario dovrà successivamente versare al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi.

La ritenuta d'acconto può essere applicata su diverse tipologie di redditi o compensi, come ad esempio:

  1. Redditi di lavoro autonomo: In questo caso, il committente trattiene una percentuale del compenso pagato al professionista o all'azienda che fornisce un servizio o un'opera.

  2. Redditi di capitale: Ad esempio, sugli interessi di obbligazioni o sui dividendi delle società.

  3. Redditi di lavoro dipendente: La ritenuta d'acconto può essere applicata anche sulle retribuzioni dei dipendenti in determinate circostanze, ad esempio per i lavoratori con contratto a tempo determinato o per i redditi da lavoro occasionale.

La percentuale di ritenuta d'acconto può variare a seconda della tipologia di reddito o compenso e delle normative fiscali del paese. È importante tenere presente che la ritenuta d'acconto rappresenta un acconto sull'imposta da pagare e non rappresenta l'imposta finale dovuta. Il beneficiario dovrà ancora valutare la propria situazione fiscale e, se necessario, regolarizzare il proprio reddito o compenso mediante la presentazione della dichiarazione dei redditi.

INFO TEL. 0332 1647627 

REATI TRIBUTARI

I reati tributari sono violazioni delle norme fiscali e tributarie stabilite da leggi e regolamenti. Alcuni esempi di reati tributari comuni includono:

  1. Evasione fiscale: L'evasione fiscale si verifica quando un contribuente intenzionalmente o fraudolentemente cerca di evitare di pagare le tasse dovute. Ciò può includere la falsificazione di documenti, la sottostima dei redditi, la creazione di fatture false o l'uso di schemi di evasione fiscale.

  2. Frode fiscale: La frode fiscale implica l'uso di mezzi fraudolenti per ottenere un vantaggio fiscale illecito. Questo può includere la presentazione di dichiarazioni false, la falsificazione di documenti o la manipolazione di transazioni finanziarie al fine di ridurre l'imposta dovuta.

  3. Omissione di dichiarazione dei redditi: L'omissione di dichiarare i redditi è un reato tributario in cui un contribuente intenzionalmente o negligente omette di dichiarare tutti i redditi o parte dei redditi al fine di evitare di pagare le tasse dovute.

  4. Utilizzo di documentazione falsa: L'utilizzo di documenti falsi o contraffatti al fine di eludere le norme fiscali è considerato un reato tributario. Ciò può includere la presentazione di fatture false, documenti di spesa falsificati o altre forme di documentazione fraudolenta.

  5. Elusione fiscale aggressiva: L'elusione fiscale aggressiva è un comportamento legale ma moralmente discutibile in cui si sfruttano le scappatoie fiscali o si utilizzano strumenti finanziari complessi per ridurre l'imposta dovuta in modo non etico o eccessivo.

  6. Riciclaggio di denaro: Sebbene il riciclaggio di denaro non sia strettamente un reato tributario, può coinvolgere l'evasione fiscale. Il riciclaggio di denaro è il processo di trasformazione di denaro proveniente da attività illegali in denaro "pulito" che sembra essere di provenienza legale.

REVERSE CHARGE

L'inversione contabile, anche nota come reverse charge, rappresenta un metodo di applicazione dell'IVA che consente di effettuare l'inversione contabile dell'imposta I.V.A, a carico del destinatario della cessione del bene o della prestazione di servizio, anziché sul cedente. Tale procedura è stata introdotta con l'obiettivo di contrastare l'evasione fiscale e garantire una maggiore trasparenza nelle transazioni commerciali.

In una transazione tra due soggetti ai fini IVA, il fornitore applica l'aliquota in fattura addebitandone il pagamento al cliente e successivamente versando la somma allo Stato. Tuttavia, questo procedimento lascia spazio e possibilità ad evasione fiscale da parte dei soggetti commissionati che trattengono l'ammontare dell'imposta. Per questo motivo, è stato introdotto il reverse charge, che prevede lo spostamento del carico tributario IVA dal venditore all'acquirente, con conseguente pagamento dell'imposta da parte di quest'ultimo.

Il reverse charge permette di far ricadere gli obblighi IVA sul destinatario della cessione o della prestazione, qualora sia soggetto passivo nel territorio dello Stato. Per applicarlo è necessario, infatti, che entrambe le parti siano soggetti passivi Iva di imposta e che il destinatario del bene risieda nel territorio dello Stato.

L'inversione contabile rappresenta dunque una deviazione alla normale contribuzione dell'IVA e prevede che sia il committente del servizio a pagare direttamente l'IVA in luogo del fornitore. Tuttavia, affinché il reverse charge possa essere applicato correttamente è necessario rispettare una serie di regole e procedure. In primo luogo, il cessionario o utilizzatore del servizio deve emettere un'autofattura da registrare sia nel registro Iva delle fatture emesse, che in quello degli acquisti. Questo documento deve contenere tutti i dati relativi alla transazione, tra cui la descrizione del bene o servizio acquistato, l'aliquota IVA applicata e l'importo dell'imposta addebitata. Inoltre, è importante che il cessionario o utilizzatore del servizio verifichi la corretta applicazione dell'IVA da parte del fornitore. In caso di errori o omissioni, infatti, il cessionario potrebbe essere chiamato a rispondere degli eventuali debiti fiscali.

Va sottolineato che l'applicazione del reverse charge non esclude la possibilità di controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate. In caso di irregolarità o violazioni delle norme fiscali, infatti, sono previste sanzioni amministrative e penali. Negli ultimi anni, il meccanismo della "inversione contabile" ha suscitato un grande interesse da parte degli operatori economici e degli esperti fiscali. In particolare, sono stati affrontati diversi aspetti legati alla sua applicazione, tra cui la definizione dei soggetti passivi IVA di imposta, le modalità di emissione dell'autofattura e le sanzioni previste in caso di violazione delle norme fiscali.In conclusione, l'inversione contabile rappresenta uno strumento utile per contrastare l'evasione fiscale e garantire una maggiore trasparenza nelle transazioni commerciali. Tuttavia, affinché possa essere applicata correttamente è necessario rispettare le regole e le procedure previste dalla normativa fiscale.


SCUDO FISCALE

Lo scudo fiscale è un programma o una misura di carattere straordinario, promosso da alcuni governi, che offre ai contribuenti la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale in modo agevolato, al fine di evitare sanzioni o perseguimenti per comportamenti di evasione fiscale o detenzione di capitali non dichiarati.

Lo scudo fiscale può prevedere diverse modalità di regolarizzazione, ma generalmente offre ai contribuenti l'opportunità di dichiarare redditi o patrimoni non dichiarati in precedenza e pagare le imposte, gli interessi e le sanzioni previste dalla legge in misura ridotta rispetto alle penalità che altrimenti sarebbero applicate.

Le misure di scudo fiscale possono essere temporanee e limitate nel tempo, offrendo ai contribuenti una finestra di opportunità per regolarizzare la propria situazione fiscale. Tali programmi possono essere promossi come meccanismo per aumentare l'aderenza alla normativa fiscale, recuperare entrate fiscali non dichiarate e ridurre l'evasione fiscale.

Tuttavia, è importante notare che gli scudi fiscali possono essere oggetto di controversie e dibattiti, poiché alcuni ritengono che possano favorire l'impunità per chi ha evaso le imposte o detenuto capitali non dichiarati. Allo stesso tempo, altri sostengono che gli scudi fiscali offrano un'opportunità per consentire ai contribuenti di regolarizzare la propria situazione fiscale e riportare capitali nell'economia ufficiale.

La disponibilità e i dettagli degli scudi fiscali possono variare da paese a paese e da legislazione a legislazione. Pertanto, se sei interessato a uno scudo fiscale o desideri regolarizzare la tua situazione fiscale, è consigliabile consultare un professionista esperto di diritto tributario, che potrà fornirti informazioni e consigli adeguati alla tua situazione specifica e al contesto legale del tuo paese.

INFO TEL. 0332 1647627

TASSA 

  1. La Tassa è un'imposta che viene specificamente applicata per finanziare un servizio o un bene fornito dal governo e addebitate per l'utilizzo di servizi pubblici, come le tasse sull'acqua, le tasse di registrazione dei veicoli o le tasse sulle licenze commerciali. A differenza delle imposte generali, le tasse sono spesso collegate a uno specifico beneficio o servizio fornito direttamente ai contribuenti.

TRIBUTO 

  1. Il Tributo ha un significato più ampio e può essere utilizzato come un termine generico per indicare sia le imposte che le tasse. In alcuni contesti, il termine "tributo" può essere usato per riferirsi a un pagamento o un contributo obbligatorio richiesto da un'autorità o una comunità come il Comune di residenza indipendentemente dal fatto che sia una tassa specifica o un'imposta generale.

TRUST 

Un trust è una struttura legale che consente a una persona (conosciuta come "settlor" o "donante") di trasferire la proprietà di beni e/o asset a un'altra persona o entità (conosciuta come "trustee") per conto di un terzo individuo o gruppo di individui (conosciuti come "beneficiari"). Il trustee è responsabile della gestione e dell'amministrazione dei beni nel trust nel rispetto delle disposizioni stabilite dal settlor e nell'interesse dei beneficiari.

Il trust viene creato attraverso un documento legale chiamato "atto di trust" o "strumento di trust", in cui vengono stabiliti i termini, le condizioni e le istruzioni per la gestione del trust. Questi termini possono riguardare la distribuzione dei redditi generati dai beni del trust, la distribuzione del capitale, le limitazioni sui beneficiari e altre disposizioni specifiche.

Ci sono diversi tipi di trust che possono essere utilizzati per scopi diversi. Alcuni esempi comuni includono:

  1. Living Trust o Revocable Trust: È un trust creato durante la vita del settlor che può essere modificato o revocato in qualsiasi momento. Spesso viene utilizzato per scopi di pianificazione patrimoniale e successoria.

  2. Irrevocable Trust: È un trust che non può essere modificato o revocato una volta creato, a meno che non siano soddisfatte determinate condizioni specificate nell'atto di trust. Questo tipo di trust può essere utilizzato per fini di pianificazione fiscale, protezione dei beni o beneficenza.

  3. Charitable Trust: È un trust istituito per scopi di beneficenza. I beni nel trust vengono gestiti e distribuiti per il sostegno di cause benefiche o organizzazioni non profit.

  4. Testamentary Trust: È un trust creato sulla base delle disposizioni di un testamento e diventa operativo solo dopo la morte del settlor. Viene spesso utilizzato per scopi di pianificazione successoria e per fornire supporto ai beneficiari nel lungo termine.

I trust possono offrire diversi vantaggi, come la protezione dei beni, la pianificazione fiscale, la gestione del patrimonio, la privacy e la facilità di trasferimento di beni. Tuttavia, creare e gestire un trust può essere un processo complesso che richiede la consulenza  esperta di un avvocato specializzato in diritto successorio

È importante consultare un professionista qualificato per valutare se un trust sia appropriato per le tue esigenze specifiche e per guidarti attraverso il processo di creazione e gestione di un trust in conformità alle leggi e alle normative del tuo paese.

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